I Ragazzi e le Ragazze della classe 3^K, in seguito al naufragio della notte del 26 febbraio, dopo aver letto i quotidiani in classe e ascoltato i tg nazionali, scioccati dalla tragedia, hanno iniziato a riflettere su come venga vissuto differentemente il mare a seconda del luogo in cui si viene al mondo. Si sono quindi soffermati su cosa sia lecito trovare su una spiaggia e su cosa e chi, invece, è stato ritrovato sulle coste calabresi in questi giorni.
Il mare per i nostri ragazzi è fonte di gioco, spensieratezza, gioia; è sinonimo di allegria, di vacanza e di serenità. Dinanzi a questa ennesima tragedia, dinanzi alle piccole bare bianche viste in tv, dinanzi ai vestitini dei piccoli migranti in balia delle onde, i ragazzi hanno voluto condividere il loro dolore, le loro riflessioni, la loro partecipazione al cordoglio di una nazione intera nei confronti di questi morti in mare. Hanno realizzato, nell’atrio della Scuola Secondaria di Paese, un’installazione che riproduce, da una parte, la spiaggia come dovrebbe essere vissuta sempre: secchiello e paletta, una palla, conchiglie da raccogliere, un buon libro da leggere all’ombra, pinne e occhiali per esplorare i fondali, perché A Mare Si Gioca; dall’altra parte, invece, la disumanità non lascia scampo e la spiaggia si trasforma in un campo di morte per tutti, grandi e piccini.